Buca delle Fate: il percorso verso la baia nascosta sulle orme dei nostri antenati

Una baia nascosta, acqua cristallina e affioramenti rocciosi a picco sul mare, profumo di macchia mediterranea e resti di un’antica civiltà: sono queste le premesse per uno dei trekking più belli che possiate fare lungo la Costa degli Etruschi. Siamo a circa mezz’ora di distanza in macchina dall’Hotel i Ginepri, in un tratto di costa nei pressi dell’antico borgo etrusco di Populonia, non distante dalla spiaggia di Baratti.

La buca delle fate rivela già dal nome quel tocco di magia che la rende ancora più interessante e le leggende sulla sua origine fanno sì che questo luogo sia ancora più ammantato di mistero. Si narra infatti, con molte versioni diverse come è tipico delle storie tramandate oralmente, che il nome derivi da creature straordinarie che popolano questi luoghi fin dalla notte dei tempi.

La leggenda della Buca delle Fate

Tra tutte le storie che si trovano in circolazione, una delle più articolate racconta di pescatori attratti su questo tratto di costa da creature leggiadre e incantevoli, che però scomparivano dopo pochi istanti sotto la schiuma del mare. Una visione talmente effimera che i pescatori avevano il dubbio di aver sognato tutto.

Così un giorno, un pescatore più intraprendente e curioso degli altri decise di avvicinarsi a queste apparizioni rapidissime e con la barca si spinse fino alla Buca delle Fate. Qui un mulinello intrappolò la sua barca e la trascinò in una grotta sul fondo degli abissi, dove scoprì un meraviglioso mondo sottomarino popolato di sirene da cui, però, non poteva uscire.

Non vedendolo più tornare, i colleghi pescatori iniziarono a preoccuparsi e l’attesa si trasformò in angoscia tanto che la fidanzata del pescatore pianse lacrime che, a contatto con il manto liscio di un delfino mosso a compassione accorso a osservare la ragazza nel suo dolore, si trasformarono in perle splendenti. Il delfino portò le perle nella profondità degli abissi e propose alle sirene uno scambio: avrebbero avuto i gioielli liberando il giovane pescatore. Le sirene acconsentirono e così il giovane tornò dai suoi affetti, con grande giubilo di tutti. Fu da allora che questo posto fu chiamato Buca delle Fate.

Forse oggi sarà difficile scorgere una sirena, ma la magia di questa spiaggia incontaminata rimane.

Foto di Isabella Carraro su Pinterest

Come raggiungere la Buca delle Fate

La Buca delle Fate si trova nei pressi di Baratti e Populonia, nel comune di Piombino. Può essere raggiunta in due modi: o via mare con un gommone o una piccola imbarcazione, oppure con un trekking di cui il più breve è quello che parte dal parcheggio in località Il Reciso.

Dall’Hotel i Ginepri si può percorrere tutta la strada provinciale della Principessa e seguire le indicazioni per Populonia fino a Via del Crinale, a circa un chilometro e mezzo dall’abitato. Qui si può lasciare la macchina e iniziare il sentiero verso la Buca delle Fate.

Foto del blog Spiccando il Volo

Il sentiero n. 301 verso la Buca delle Fate

Il sentiero da percorrere è il n. 301, ben indicato da pannelli escursionistici del CAI. Inizia subito con un bivio ma non si può sbagliare: l’altro sentiero che va verso sinistra porta a Cala Moresca. Prima di intraprendere il percorso accertatevi di aver portato con voi abbondante acqua, cibo, protezione solare e cappello, scarpe da trekking (o almeno scarpe da ginnastica chiuse) e magari anche un ombrellone perché la spiaggetta di sassi alla fine del sentiero non ha ombra. Non prendete sottogamba queste indicazioni: seppur il sentiero non sia difficilissimo e sia per la maggior parte ombroso, sono pur sempre circa 20 minuti di cammino in discesa, ci sono punti un po’ scoscesi e di certo non si può affrontare in ciabatte o senza acqua. Inoltre, per forza di cose al ritorno il percorso è in salita, quindi va considerato un tempo di percorrenza più lungo.

La particolarità di questo sentiero è che coniuga storia e natura: tra lecci e profumo di macchia mediterranea, infatti, troviamo ancora oggi alcuni resti dell’antica civiltà etrusca che abitò Populonia. Di questi reperti archeologici rimangono alcune tombe a camera sotterranea di una necropoli costruita dagli etruschi tra la fine del III e II secolo a.C.

Dopo l’intermezzo storico il percorso nel bosco prosegue lasciando spazio alla vegetazione arbustiva e, infine, a panorami incantevoli sulla costa. È il momento di fare un tuffo nell’acqua limpida popolata di creature marine da osservare con maschera e boccaglio (e magari anche scarpe da scoglio).

Al ritorno si può scegliere se fare lo stesso percorso a ritroso oppure scegliere un percorso ad anello sul sentiero CAI 302 che conduce alla vicina Cala San Quirico, dove fare un altro bagno. Questa deviazione è leggermente più lunga (2,4 km invece di 2) e approssimativamente con lo stesso dislivello.

Foto di Lost Route su Flickr – Vista di Cala San Quirico da Buca delle Fate

Il borgo di Populonia

Già che siete in zona, sulla strada del ritorno non perdetevi una visita al borgo di Populonia, panoramico e ricco di storia. Qui, infatti, gli etruschi vi costruirono una città di nome Fufluna (da Fufluns, dio etrusco del vino e dell’ebbrezza), che faceva parte delle 12 città-Stato dell’Etruria. Su quella che un tempo era l’antica acropoli, vi fu costruito intorno al 300 il borgo medievale circondato da mura. Ancora oggi il paese è racchiuso all’interno di mura e varcando la porta d’ingresso si percorrono vie acciottolate su cui incombe il Castello.

La Rocca di Populonia è un castello imponente con un torrione che lo sovrasta, un tempo torre di avvistamento e baluardo difensivo dello Stato di Piombino. Dalla torre è possibile osservare un bellissimo panorama, per cui vi consigliamo di acquistare i biglietti e godervi l’esperienza.

Nel borgo è possibile accedere alla privata Collezione Gasparri che conserva reperti provenienti dall’area della città e dai ritrovamenti sottomarini del tratto di mare antistante, mentre per visitare il Museo archeologico del territorio di Populonia bisogna spostarsi nel centro storico di Piombino: l’esposizione si snoda su tre piani dello storico Palazzo Nuovo e in 1800 mq ospita oltre 2.000 reperti preistorici, etruschi e romani.

Mykola Pokalyuk, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons
Giampiero Magnani, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons

[Foto di copertina tratta dal blog Domani andiamo a]